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Un ambiente correttamente umidificato ed un maggiore apporto di liquidi sono tra i principali rimedi per eliminare il catarro dalle orecchie.

Come identificare la presenza di catarro nelle orecchie dei bambini

Le alterazioni della mucosa dell’orecchio medio sono quelle tipiche dell’infiammazione con arrossamento, sfaldamento dell’epitelio ed essudato sieroso che spesso si raccoglie in piccole quantità, senza occupare totalmente la cassa del timpano. La presenza di catarro nell’orecchio medio determina una sensazione di pienezza auricolare, riduzione della capacità uditiva, autofonia, e acufeni. Normalmente non è presente febbre.

La causa principale della presenza del catarro nelle orecchie sono le otiti catarrali, da ricondurre all’azione di batteri o virus sostenuti spesso da fattori soggettivi (età, stato immunitario) e fattori locali (particolare conformazione dell’orecchio medio, ipertrofia adenoidea, struttura della tuba di Eustachio, diatesi allergica, malformazioni del palato).

La visita specialistica assume primaria importanza, in quanto alcune forme possono decorrere in maniera asintomatica e, oltre al possibile danno uditivo, il bambino può andare incontro a una riduzione o ritardo dell’apprendimento scolastico.

Sarà compito del medico, dopo la visita, effettuare la diagnosi con conseguente terapia. L’accertamento si avvale della visione diretta del condotto uditivo e della membrana del timpano (otoscopia) che può apparire arrossata e retratta, e dell’esecuzione di esami strumentali (audiometria e timpanometria) che confermano la presenza di catarro.

Catarro nelle orecchie dei bambini: come eliminarlo

Per la terapia si ricorre all’utilizzo di mucolitici per via generale, immunomodulatori, vaccini anticatarrali e antiallergici. Lavaggi nasali con soluzione fisiologica o con acqua di mare sterile facilitano la respirazione nasale e l’areazione dell’orecchio medio. La terapia aerosolica con mucolitici e cortisonici specifici, che si può effettuare a casa con macchine a uso domestico, può facilitare il drenaggio del catarro e liberare l’orecchio medio e la tuba. Solo in particolari condizioni (febbre, dolore intenso o sospetto di trasformazione in otite purulenta) si ricorre all’uso di antibiotici da utilizzare per almeno una settimana.

In caso di persistenza del catarro, la terapia termale trova indicazione primaria ripristinando la permeabilità tubarica e il trofismo della mucosa. La crenoterapia modifica in modo favorevole le condizioni tissutali e umorali di questi stati infiammatori o disreattivi acuti, cronici o recidivanti della mucosa rinofaringea, della tuba e dell’orecchio medio. Le acque termali che trovano corretta applicazione nella terapia del distretto otorinolaringoiatrico, sono principalmente le sulfuree che esplicano un’azione anticatarrale, antisettica, antiflogistica oltre ad una azione antiallergica. Le insufflazioni endotubariche o il politzer, eseguite mediante semplicissimo cateterismo tubarico, si basano sullo stesso principio dell’humage (gas sulfureo liberato dal gorgogliamento di aria nell’acqua termale). Lo scopo è quello di ripristinare la pervietà della tuba ostruita da muco, liberare l’orecchio medio dal catarro e ripristinare la pressione nell’orecchio medio, che deve essere in equilibrio con la pressione esterna. L’insufflazione è di solito preceduta dalla inalazione caldo-umida e seguita da aereosol e nebulizzazioni, sempre con acqua termale solfurea.

Nei casi di fallimento di tutte le opzioni mediche, l’adenotomia talvolta associata a tonsillectomia, in caso di evidente ipertrofia adenoidea, può determinare una risoluzione del problema.
Controversa invece è la paracentesi evacuativa – una procedura medico-chirurgica che consiste nella perforazione con un ago od un trequarti, di cavità organiche ripiene di essudato e trasudato – seguita da apposizione di drenaggio trans timpanico, sia per l’evoluzione spontanea benigna e il miglioramento netto verso la pubertà dell’otite media catarrale, sia per la frequenza di insuccessi di tale pratica chirurgica.

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